Onorevoli Colleghi! - L'articolo 1 della presente proposta di legge dispone l'abbandono del recupero delle prestazioni pensionistiche e familiari erogate indebitamente dall'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) ai pensionati residenti all'estero per i periodi dal 1o gennaio 2002 al 31 dicembre 2005 (ultimo anno per il quale l'INPS ha proceduto ad effettuare gli accertamenti reddituali dei residenti all'estero). Di norma si tratta di indebiti che si sono costituiti a causa dei ritardi con cui l'INPS ha acquisito le informazioni reddituali dei pensionati residenti all'estero ed effettuato la ricostituzione delle prestazioni legate al reddito (trattamenti minimi, maggiorazioni sociali, prestazioni familiari).
I ritardi dell'INPS sono la conseguenza della lentezza e della sporadicità con le quali sono effettuati gli accertamenti reddituali dei pensionati residenti all'estero e del complicato iter procedurale che queste rilevazioni comportano.
Gli importi da restituire variano da poche centinaia a migliaia di euro: l'impatto economico, umano e psicologico sui pensionati che ricevono le lettere di recupero da parte dell'INPS è devastante, considerate le precarie condizioni economiche degli interessati (aventi diritto a prestazioni legate al basso reddito) e soprattutto la loro totale buona fede, che esclude la presenza di dolo.
Nella precedente legislatura, dopo l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, era stato presentato un disegno di legge in Parlamento finalizzato a sanare le situazioni debitorie di soggetti che avevano percepito indebitamente prestazioni a carico dell'INPS per i periodi dal 1o gennaio 2002 al 31 dicembre 2003. Il disegno di
a) la sanatoria integrale dell'indebito pensionistico qualora i soggetti interessati siano percettori di un reddito personale, prodotto sia in Italia che all'estero, imponibile ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche per l'anno 2005 di importo pari o inferiore a 10.000 euro (comma 1);
b) il recupero nel limite del 50 per cento dell'indebito qualora i medesimi soggetti siano percettori di un reddito personale per l'anno 2005 superiore ai predetti 10.000 euro (comma 2);
c) che l'eventuale trattenuta di recupero sulla pensione non possa essere superiore a un quinto della pensione stessa (a tale fine nei casi di pensione in convenzione internazionale dei residenti all'estero l'INPS considera anche l'importo della pensione estera e garantisce comunque il trattamento minimo) e che l'importo sia recuperato ratealmente senza interessi entro il limite di ventiquattro mesi, limite che può essere superato al fine di garantire che la trattenuta non sia superiore al quinto della pensione (comma 3);
d) che la sanatoria non si applica qualora sia riconosciuto il dolo dell'interessato che abbia percepito indebitamente le prestazioni a carico dell'INPS e che il recupero si estende agli eredi del pensionato solo nel caso in cui si accerti il dolo dello stesso (comma 4).
Sulla base di dati amministrativi in possesso dell'INPS (Direzione centrale tecnologia informatica) al 31 ottobre 2006, basati sull'elaborazione di un campione significativo di partite, e relativi alla verifica reddituale effettuata dall'Istituto previdenziale sui redditi 2002 e 2003 dei residenti all'estero, è previsto un importo complessivo da recuperare di circa 90 milioni di euro, riferito a un numero di circa 57.000 prestazioni con conguaglio a debito.
Va evidenziato, tuttavia, che l'INPS attualmente non è in grado di quantificare il numero e l'importo degli eventuali indebiti costituitisi negli anni 2004 e 2005 sulle pensioni dei residenti all'estero, perché le verifiche reddituali effettuate per quegli anni sono ancora in corso e non se ne conoscono quindi gli esiti, anche se va rilevato che gli accertamenti reddituali per gli anni 2004 e 2005 non dovrebbero determinare un'analisi degli indebiti analoga a quella derivante dalla campagna reddituale 2002-2003, considerato che quest'ultima ha contribuito a «normalizzare» la situazione.
Ai fini della quantificazione degli effetti finanziari della sanatoria in oggetto, dalla cifra complessiva di 90 milioni di euro andrebbero espunti gli indebiti recuperabili in base alla presente proposta di legge, cioè quelli che si riferiscono a tutti i debitori con un reddito superiore ai 10.000 euro. Andrebbero altresì depennati gli indebiti che comunque non potrebbero formare oggetto di recupero sia sulla base della normativa attuale - articolo 13 della